
Il Piemonte è cibo.
È cultura gastronomica che riscopre sapori semplici e tradizionali. Dal peperone quadrato della Motta di Costigliole alla salsiccia di Bra, dalla robiola di Roccaverano all’amaretto di Mombaruzzo, ogni piccolo borgo di questo angolo di Piemonte ha un segreto di gusto che non ha nemmeno bisogno di essere diffuso: le stesse bocche che hanno assaggiato queste delizie ne raccontano i nomi, i gusti, i profumi a chiunque si voglia lasciar catturare dal fascino antico di una terra di sagre, rievocazioni, castelli.
Il Piemonte è vino.
È il piacere di incontrare località trasformate in sapori, tanto da confonderti l’uno con l’altra e non sapere più se è venuto prima il cibo o la città, i grandi vini rossi Piemontesi: Barolo, Barbaresco, Nizza. O i vitigni storici, dei quali si trova l’origine nella quotidianità di un tempo che non c’è più: Il nebbiolo, il Ruchè e la Barbera. È il Paesaggio Vitivinicolo che ha conquistato anche l’Unesco.

Il sapore del Piemonte dell’Unesco non è solo quello dei suoi cibi e dei suoi vini
È Vittorio Alfieri che nacque ad Asti, sono Cesare Pavese e Beppe Fenoglio che nelle Langhe vissero, combatterono e scrissero, è Umberto Eco che battezza un personaggio de Il pendolo di Foucalt col nome del torrente Belbo, che attraversa il Monferrato.
Ci sono cittadine nate attorno ai castelli, come Monteu Roero e Costigliole d’Asti, c’è una località termale ad Acqui, ci sono delle valli in cui perdersi, viaggiando nelle epoche e scoprendo i resti del grande oceano che una volta era il Piemonte. Ci sono regioni e colline da esplorare in auto, a piedi o in bicicletta, dalle Langhe al Monferrato.
C’è il Festival delle Sagre ad Asti, la Corsa delle Botti a Nizza Monferrato e tutta una serie di iniziative per respirare pienamente la cultura di una terra sospesa tra gli antichi saperi e una nuova modernità contadina.